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MLN 119.1 (2004) 193-197



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Urania, a c. di V. Finucci. Roma: Bulzoni, 2002, pp. 190.

Con la pubblicazione di Urania (il cui manoscritto si trova attualmente alla Biblioteca Trivulziana di Milano), Valeria Finucci porta alla luce un romanzo inedito del Rinascimento, composto da una donna, Giulia Bigolina, in un momento in cui la figura femminile assume una centralità, intellettualità e consistenza finora sconosciute. E proprio all'interno di tale percorso di scritture femminili, si inserisce la ricerca di Valeria Finucci, che aveva già proposto consistenti analisi dedicate alla partecipazione delle donne al mondo delle lettere cinquecentesche, nonché alla lettura di personaggi femminili in generi diversi dell'epoca.

Durante il Rinascimento finalmente la donna si impone come soggetto di scrittura, soggetto intellettuale e soggetto sociale, anche se "l'esistenza di una scrittura femminile, variata nelle tipologie e certamente non occasionale, scorre parallela a tutta la nostra tradizione letteraria." (Zancan, Il doppio itinerario della scrittura) Le donne hanno sempre scritto, ma è il Rinascimento che promuove la scrittura di donne e diffonde il profilo di donna letterata, laica, poeta e mittente. Il sapere, meglio, il saper comporre, diventa per le intellettuali una forma di potere.Tra i nomi di letterate di maggior rilievo si incontrano durante il XVI e XVII secolo quelli di Vittoria Colonna, Tullia d'Aragona, Lucrezia Gonzaga, Laura Terracina, Veronica Gambara, Gaspara Stampa, Maria Savorgnan, Angelica Paola Negri, Veronica Franco, Isabella d'Este, Isabella Andreini, Veronica Gambara e Chiara Matraini. A tali nomi, grazie al paziente lavoro della Finucci, possiamo finalmente aggiungere quello di Giulia Bigolina. I testi letterari a firma femminile sono per lo più stampati nel Veneto: centro editoriale, economico e tipografico che si impone non solo in Italia, ma anche in Europa. È senza dubbio Venezia la capitale in quegli anni della produzione editoriale femminile: una città che dà opportunità alle donne di accedere alla cultura e di esprimersi con la pubblica testimonianza della stampa; una città che rivela nuovo interesse editoriale nei confronti delle donne. Fra i numerosi testi ivi stampati necessita almeno ricordare quelli di Cassandra Fedele, Gaspara Stampa, Veronica Franco, Isabella Andreini, Arcangela Tarabotti, Lucrezia Gonzaga, Isabella Sforza e Laura Terracina.

Anche Giulia Bigolina risiede e compone in Veneto, a Padova per la [End Page 193] precisione. Su di lei le notizie sono scarse e poco documentate. L'accurata e utile introduzione che la Finucci ci presenta (sessantasei pagine), offre in questo senso minuziose ricognizioni e importanti informazioni guida per un'adeguata lettura di questo romanzo "psicologico," composto di centoventi pagine. Il volume contiene, oltre all'introduzione, numerose note a cui si rimanda per la ricchezza delle informazioni che contengono.

La Finucci divide l'estesa introduzione in sei sezioni. Nella prima la curatrice ricostruisce i dati biografici della scrittrice padovana e della sua famiglia, il cui cognome compare nei documenti nella dizione di Bigolin; nella seconda si sofferma su informazioni storiche, necessarie per poi stabilire giudiziosamente la data di composizione del romanzo in questione; nella terza offre capillarmente un quadro letterario del romanzo rinascimentale quale genere formatosi in età barocca; nella quarta studia il rapporto fra Urania e i suoi modelli; nella quinta discute di due perspicue forme di narrazione (il trattato d'amore e quello sull'eccellenza delle donne) rintracciabili nel romanzo; nella sesta e ultima illustra la sezione romanzesca della prosa della Bigolina. Nella breve, chiara e necessaria Nota al testo la curatrice, come si suole, espone i suoi criteri di trascrizione del manoscritto, basati essenzialmente sulla modernizzazione dell'interpunzione, della grafia e dell'accentazione. Dell'originale si mantiene "la scansione in sezioni senza titolo come nell'originale. Queste sezioni sono introdotte nel manoscritto da un segno diacritico preciso: il disegno stilizzato di un ramoscello" (68).

A tale introduzione segue il testo della Bigolina: un'estesa missiva di tredici pagine dedicata a Bartolomeo Salvatico precede la narrazione vera e propria, suddivisa in sei sezioni non numerate, da pagina ottantasette a centonovanta.

In base alla documentata e ragionata ricostruzione biografica, la curatrice del volume propone la data di nascita della scrittrice intorno al 1518-19, quella di morte prima del 1569. A Padova verso il 1549 Bigolina stringe rapporti...

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