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  • Teoria Realista e Prassi Fantastica: “Un Vampiro” di Luigi Capuana
  • Cristina Della Coletta

I had cast among mankind . . . my own vampire, my own spirit let loose from the grave and forced to destroy all that was dear to me.

(Mary Wollstonecraft Shelley, Frankenstein)

I. Introduzione

Gli apporti sia teorici che narrativi di Luigi Capuana alla diffusione del verismo italiano hanno parzialmente contribuito all’offuscamento del Capuana “originale e segreto” 1 dei racconti brevi di argomento fantastico e dell’ideatore del singolare saggio Spiritismo? 2 Il presente studio propone di osservare un Capuana “bifronte” che, mentre elabora su basi mimetico-scientifiche la teoria del realismo, ne collauda impegno e portata nell’inquietante arena del fantastico. L’analisi dell’incontro tra teoria realista e prassi fantastica (in questo caso si è scelto un testo esemplare, “Un Vampiro” del 1904) vuole dimostrare che i due generi non si escludono a vicenda, anzi sono compresenti e paradossalmente dipendenti l’uno dall’altro. Per svilupparsi e procedere il fantastico richiede il sostegno di solide grucce realiste e il realismo, a sua volta, è posto di fronte al relativizzante universo fantastico per esaminare il valore ed i limiti del proprio sistema rappresentativo, sistema per definizione sintetico, normativo e gerarchico. 3 Rispecchiandosi l’uno nell’altro e riflettendo l’immagine capovolta e distorta del proprio compagno, realismo e fantastico mettono in crisi i presupposti stessi che ci hanno permesso di ritagliare, modificandola nel tempo, la sfera esistenziale ed estetica del reale e del suo contrario. Ciò avviene grazie al progressivo sfasamento, all’interno dei testi fantastico-realistici, del concetto di verosimiglianza che slitta dall’adeguamento alle [End Page 192] leggi della realtà così come sono state codificate in diversi momenti storici e culturali, all’adeguamento alle norme di un coerente ed univoco sviluppo testuale. La logica necessità che organizza lo spazio narrativo sostiene l’alternativa “realtà” della trama fantastica imponendoci di confrontarla con il mondo che quotidianamente esperiamo. L’impossibilità di accordare le due esperienze impone la verifica dei criteri con i quali abbiamo tratteggiato i rigidi confini tra universi reali e mondi fittizi, tra lo spazio della verità realista e quello dell’invenzione fantastica. 4

La disorientante tematica del “doppio,” che caratterizza tanta produzione fantastica, diventa metafora della dinamica generata dall’incontro-scontro tra i due generi, e la loro straniante combinazione getta luce sulla necessità del loro operare insieme al nucleo insormontabile delle loro inquietanti contraddizioni. Attraverso il doppio si frammentano l’integrità e la chiusura della filosofia realista ed è il dialogo implicitamente instaurato tra i due paradigmi a determinarne il valore ideologico, valore tradizionalmente oscillante tra impegno sulla realtà e passivo rispecchiamento dell’ordine borghese nel caso del realismo, e tra disimpegnata evasione e trasgressivo sperimentalismo nel caso del fantastico. La consueta divisione tra i due generi rispecchia una politica culturale volta a categorizzare modi e sistemi letterari secondo precetti di mutua esclusione e secondo una logica prescrittiva che sacrifica lo scambio dialettico a vantaggio di ordinate e artificiali catalogazioni. Il dialogo tra i due paradigmi, invece, verifica di volta in volta, e di testo in testo, una serie di chiavi interpretative riassumibili in queste possibilità:

  1. 1. l’ordine realista strumentalizza la sfida del fantastico per ribadire la validità e l’efficacia del proprio sistema filosofico.

  2. 2. Il testo fantastico sovverte l’ordine realista: la sua portata ed i suoi limiti sono reperibili nell’atto sovversivo e non nella definizione di un’ alternativa stabile ed univoca.

  3. 3. Il testo fantastico distrugge l’ordine realista producendo un’epistemologia ed un’estetica alternative.

Con “Un vampiro” Capuana esamina le prime due possibilità e, grazie al gioco delle loro combinazioni, fornisce un’interpretazione delle potenzialità conoscitive e delle implicazioni ideologiche contenute nello scambio tra il fantastico e il realismo. Esclude invece la terza, negando a priori la possibilità del fantastico come costruzione autonoma ed indipendente.

II. Premesse Teoriche: Codificazione Realista come Anticamera al Fantastico

E’ noto che, strutturalmente, il verismo italiano media dai modelli francesi la connessione tra metodo narrativo e metodo positivo. In teoria, il prodotto artistico si pone come fenomeno di assoluta coerenza interna e come “summa esemplare dei processi naturali” (Madrignani 96). Sottoposto ad un [End Page 193] concetto di rigida finalità per cui ogni evento...

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