[PDF][PDF] La funzione dei richiami platonici nei discorsi di Temistio”

R MAISANO - Scritti classici e cristiani offerti a Francesco Corsaro, 1994 - opar.unior.it
R MAISANO
Scritti classici e cristiani offerti a Francesco Corsaro, 1994opar.unior.it
[415] Nella vita dell'imperatore Tacito (6, 5), una delle biografie tramandate dalla Historia
Augusta sotto il nome di Flavio Vopisco, è attribuito al senatore di rango consolare Mecio
Faltonio Nicomaco un discorso favorevole alla scelta di un uomo anziano per la più alta
carica dello stato. In questo discorso Nicomaco dice tra l'altro:«Dii avertant principes pueros
et patres patriae dici impuberes». Santo Mazzarino 1 riconobbe in queste parole uno dei
numerosi indizi del rapporto esistente tra la Historia Augusta e la cultura giudaico-cristiana …
[415] Nella vita dell’imperatore Tacito (6, 5), una delle biografie tramandate dalla Historia Augusta sotto il nome di Flavio Vopisco, è attribuito al senatore di rango consolare Mecio Faltonio Nicomaco un discorso favorevole alla scelta di un uomo anziano per la più alta carica dello stato. In questo discorso Nicomaco dice tra l’altro:«Dii avertant principes pueros et patres patriae dici impuberes». Santo Mazzarino 1 riconobbe in queste parole uno dei numerosi indizi del rapporto esistente tra la Historia Augusta e la cultura giudaico-cristiana nel IV secolo. Effettivamente la frase che abbiamo citato riecheggia un passo del libro veterotestamentario dell’Ecclesiaste (10, 16):«Guai a te, o terra, che hai un re fanciullo!» 2. È interessante ricordare che questo riferimento polemico, da parte del compilatore della Historia Augusta, non è isolato nella letteratura del tempo. Anche Agostino (Conf. IX 7, 15) sottintende una critica non diversa quando scrive:«Da un anno, o poco più, Giustina, madre del re Valentiniano, ancor fanciullo, perseguitava il tuo Ambrogio» 3. Si tratta di testi pubblicati in un’epoca in cui salirono sul trono imperiale d’Occidente due figure di sovrani in giovane età, prima Graziano e poi Valentiniano II, e sono il segno di un certo [416] malcontento da parte di alcuni settori–non necessariamente soltanto cristiani–dell’opinione pubblica di quel periodo. I senatori di Roma, almeno quelli appartenenti all’ambiente di cui gli Scriptores Historiae Augustae sono per tanti aspetti i portavoce, non erano evidentemente unanimi nel giudicare positiva l’ascesa al trono dei giovani prìncipi. Può essere interessante chiedersi se i loro colleghi orientali, che sedevano nel senato costantinopolitano (tanto più recente per nascita e meno prestigioso per tradizione politica e culturale), si ponevano problemi simili e di quali mezzi si servivano per divulgare le proprie posizioni. La testimonianza di prima mano offerta da uno di loro, il filosofo e uomo politico Temistio, può fornire entro certi limiti una risposta alla nostra domanda 4.[417]
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