In lieu of an abstract, here is a brief excerpt of the content:

  • Per una riattribuzione di un opuscolo ottocentesco su Mambrino Roseo da Fabriano
  • Francesco Fiumara

L'opuscolo di 26 pagine Sulle opere di Mambrino Roseo fu offerto nel 1855 dal sacerdote Romualdo Canavari al fabrianese Pietro Miliani in occasione delle sue nozze con la pievetorinese Agnese Froscioni. Stampato a Fabriano dalla tipografia Crocetti,1 esso costituisce a tutt'oggi il punto di partenza obbligato per chiunque voglia avvicinarsi alla figura di uno dei letterati italiani più popolari dell'età del Concilio di Trento e della controriforma. Come dice lo stesso titolo, non di una biografia si tratta (ché assai scarse sono le notizie certe sulla vita di Mambrino),2 bensì di un'ampia panoramica sulla [End Page 103] vastissima produzione di uno scrittore la cui fortuna editoriale si protrasse ben oltre quei decenni centrali del sedicesimo secolo che lo videro in piena attività. Nonostante alcune inevitabili imprecisioni (rivelatesi tali solo alla luce di indagini più recenti), il discorso scorre fluidamente, dandoci di Roseo un'immagine dinamica e convincente. Nessun aspetto della sua incessante attività di traduttore, adattatore e scrittore originale viene tralasciato. L'intero corpus roseiano (dal controverso esordio poetico del 1530 all'ultima fatica di storico, uscita postuma esattamente cinquantuno anni dopo) viene passato al setaccio. La quasi totalità dei circa quaranta titoli che lo compongono è menzionata e brevemente commentata, compresi gli allora tanto aborriti romanzi cavallereschi, che lo scrittore fabrianese dapprima traduce dallo spagnolo e poi addirittura continua in italiano.3

Di un "opuscolo di pag. 26" su Mambrino Roseo "pubblicato l'anno 1855 pe' tipi Crocetti" parla esplicitamente nel 1873 Oreste Marcoaldi a pagina 68 della sua Guida statistica della città e comune di Fabriano, attribuendone la paternità al suo "maestro ed amico" Camillo Ramelli (1804–1855).4 Il dato non è privo di interesse, vista l'assoluta impenetrabilità delle informazioni contenute nel frontespizio dell'opera che ci riguarda:

MDCCCLV | A | Pietro Miliani | da Fabriano | quando | legava il nodo maritale | con | Agnese Froscioni | da Pievetorina | recando entrambi | al cattolico sacramento | anime a vera religione conformate | e la speranza quindi di una prole | che rallegri la patria | Il sac erdot e Romualdo Canavari | amico non della ventura | q. ricordo cittadino | offeriva.5

L'affermazione del 1873, in effetti, riprende e rettifica quella contenuta nella biografia di Ramelli del 1861, in cui lo stesso Marcoaldi, [End Page 104] riassumendo il contenuto dell'opuscolo, lo datava al 1850.6 Nonostante la discrepanza cronologica, le caratteristiche dell'opera risultano più che riconoscibili e l'ascrizione a Ramelli indiscutibile. Nessuno, probabilmente, l'avrebbe messa in dubbio se nel 1894 lo storico Anton Domenico Pierrugues non avesse deciso di anteporre il contenuto dell'opuscolo (corredato di alcune note esplicative) alla sua discutibile edizione del poema roseiano Lo Assedio et impresa de Firenze7 e di presentarlo, in un frontespizio interno, in questi termini: "Sule opere | di | Mambrino Roseo da Fabriano | Discorso | di Romualdo Canavari" (xi).

Poco pratico delle vicende bibliografiche fabrianesi (e ancor meno avvezzo alla gran varietà di opuscoli di circostanza che in quella città erano soliti pubblicarsi nell'Ottocento), Pierrugues non riesce a interpretare correttamente il frontespizio originario, incorrendo così in un errore di attribuzione che avrà notevoli conseguenze per la successiva bibliografia roseiana. La nota di ringraziamento evidenzia chiaramente i termini dell'equivoco: "Questo discorso del dotto fabrianese Don Romualdo Canavari fu stampato dal Crocetti in Fabriano nel settembre del 1855 per le nozze di Pietro Miliani da Fabriano con Agnese Froscioni da Pievetorina e ci fu gentilmente comunicato dal dottissimo vescovo di Sanseverino, monsignore Aurelio Zonghi, al quale tributiamo qui pubbliche grazie" (xi, n.*). A causa dell'imperizia di Pierrugues (e grazie, soprattutto, alla diffusione nazionale della sua edizione dell'Assedio) la paternità dell'opuscolo è improvvisamente sottratta a Ramelli e trasferita senza prova d'appello all'ignaro Canavari, il quale continuerà a mantenerla suo malgrado per tutto il ventesimo secolo ed oltre. Ancora oggi, non c'è studioso che non consideri l'inconsapevole sacerdote come la maggiore autorità roseiana in assoluto. Per [End Page 105] il maggiore erudito fabrianese dell'Ottocento, invece, non rimane che la magra consolazione di una scarna notizia bibliografica, imprecisa e carica di ulteriori consequenze. Scrive Pierrugues: "Di Mambrino Roseo esiste una speciale biografia stampata l'anno 1848...

pdf

Share