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33 Franciscan Studies 64 (2006) FRANCESCO E LA PACE* Premessa La figura di Francesco, soprattutto nel corso dell’ultimo secolo, è divenuta per molti, e in misura crescente, simbolo, emblema, eroe eponimo, genio risolutore per aspetti e problemi cruciali del nostro tempo: problemi religiosi, politici, sociali, rispetto ai quali in vario modo egli assume un ruolo di ispiratore e promotore di soluzioni ireniche, pacificatrici, di modello eccezionale di una volontà e di un’opera di ricomposizione e pacificazione. É un fenomeno che non manca di aspetti arbitrari o stravaganti anche se sarebbe errato ridurlo semplicemente a questi termini. È stato giustamente notato infatti come alla base di esso stiano momenti ed episodi celebri della vita di Francesco che hanno variamente e fortemente segnato l’immaginario collettivo .1 Noti e moltiplicabili gli esempi. Grazie alla sua scelta di povertà egli diventa, per la prima democrazia cristiana, il simbolo della pace sociale tra le classi. Il Cantico di frate sole, la sua predica agli uccelli o ancora il celebre Fioretto del lupo di Gubbio ne fanno il promotore dell’armonia dell’uomo con l’universo e del rispetto per gli animali e la natura. Il suo viaggio in Oriente al campo crociato, prodromo del suo * Per gli scritti di Francesco e le Legendae e i materiali biografici che lo riguardano uso le abbeviazioni divenute di uso comune. Per la Compilatio Assissiensis uso l’edizione riveduta e corretta a cura di M. Bigaroni (Assisi: Edizioni Porziuncola, 1992). 1 Così R. Michetti, “François d’Assise et la paix révélée: Réflexions sur le mythe du pacifisme franciscain et sur la prédication de paix du François d’Assise dans la société communale du XIIIe siècle,” in Prêcher la paix et discipliner la société. Italie, France, Angleterre (XIIIe-XIVe siècle), études réunies par Rosa Maria Dessì, Collection d’études médiévales de Nice 5 (Turnhout : Brepols, 2005), in particolare p. 288. Ma l’intero saggio di Michetti (279-312) costituisce un riferimento fondamentale per la questione qui affrontata: ciò che segue si muove in effetti in una sorta di concordia discors con la sue pagine. Sul moltplice uso della memoria e dell’immagine di Francesco fra Otto e Novecento cfr. inoltre S. Migliore, Mistica povertà. Riscritture francescane tra ’800 e ’900, Bibliotheca Seraphico-Capuccina 64 (Rome: Istituto Storico dei Cappuccini, 2001), 406. 34 GIOVANNI MICCOLI incontro con il sultano al-Kamil lo suggeriscono prototipo del dialogo interreligioso e interconfessionale, ma anche, arricchito di altri riferimenti , come ispiratore dei movimenti pacifisti. Non è un caso, del resto , che le annuali marce della pace, promosse fin dal 1961 da Aldo Capitini, abbiano in Assisi la loro meta, così come non è un caso che Giovanni Paolo II abbia scelto Assisi per avviare un dialogo tra le religioni , avendo la pace come tema centrale. La straordinaria fortuna della preghiera “Seigneur, faites de moi un instrument de votre paix,” a torto attribuita a Francesco negli anni Venti del secolo scorso, è segno d’altra parte di quanto radicata e diffusa fosse l’idea che nessuno meglio che lui poteva aver formulato un testo così traboccante d’irenismo cristiano.2 Non è mia intenzione esaminare le tappe, varie, complesse, di molteplici radici, attraverso le quali tale fenomeno si è realizzato, così come non è mia intenzione esaminarne e discuterne direttamente la maggiore o minore fondatezza. Né d’altra parte, mi pare, ciò avrebbe molto senso: il fatto che un uomo diventi un simbolo ha sempre in sé una qualche ragione, ma è anche indubbio che il simbolo si sviluppa in una storia che è largamente autonoma dall’uomo che l’ha ispirato. Molto più semplicemente vorrei cercare di capire e di mostrare ciò che Francesco intendeva quando parlava di pace, e ancora, conseguentemente , cercar di capire e di mostrare in quale atteggiamento, in ordine a tali problemi, egli si poneva verso la società del suo tempo, una società profondamente segnata da lacerazioni, conflitti, ricorrenti spietate violenze, in ambito religioso, politico e sociale, una società che conosceva la consacrazione religiosa della guerra, non meno sanguinosa e feroce delle altre. Per questo ricorrerò in primo luogo ai suoi scritti. Una scelta che dovrebbe ritenersi scontata, non solo perché è attraverso quegli scritti...

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