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Reviewed by:
  • Laureatus in Urbe by Luca Marcozzi and Paolo Rigo
  • Alessio Panichi
Luca Marcozzi and Paolo Rigo. Laureatus in Urbe. Aracne, 2019. pp. 404.

Il 22 e il 23 maggio 2017, per iniziativa e presso la sede del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Roma Tre, si è svolta la prima edizione di Laureatus in Urbe, seminario annuale di studi dedicato a Francesco Petrarca e volto a favorire il dialogo fra giovani ricercatori in formazione e studiosi già formati. I lavori del seminario, passati al vaglio critico di un comitato scientifico e sottoposti a un attento processo di revisione, hanno visto la luce nel volume Laureatus in Urbe i, uscito per i tipi della casa editrice Aracne e curato da Luca [End Page 356] Marcozzi e Paolo Rigo, rispettivamente professore associato di Letteratura italiana e assegnista di ricerca presso il suddetto Dipartimento. Le ragioni di questo volume, nonché del seminario che ne sta a monte, sono illustrate da Marcozzi nella Premessa e convergono in un unico dato storico-culturale: il ruolo eminente svolto da Roma sia nell'itinerario biografico (reale e ideale) di Petrarca, sia nella storia (passata e presente) degli studi a lui dedicati.

Marcozzi sottolinea come il legame fra il poeta aretino e Roma non sia riducibile all'evento che giustifica il titolo stesso del volume, ossia la cerimonia dell'incoronazione poetica tenutasi in Campidoglio l'8 aprile 1341. Da un lato, infatti, Roma contribuisce in maniera significativa a tracciare l'orizzonte della sensibilità religiosa, culturale e politica di Petrarca, che non a caso ebbe tanta parte nella creazione del «mito culturale» dell'Urbe, «attivo per tutto l'Umanesimo e oltre, e in seguito di lunghissima durata nelle lettere italiane» (p. vii). Dall'altro lato, Roma custodisce e conserva non solo preziosi autografi petrarcheschi, «transitati da Padova alla Biblioteca Chigiana e poi alla Vaticana», ma anche testimoni importanti dei Fragmenta e dei Triumphi, «tra Casanatense e Angelica» (viii-ix). Non sorprende dunque che Roma sia stata e continui a essere un centro nevralgico degli studi su Petrarca, frutto di una lunga e importante tradizione accademica, rappresentata originariamente dalla «facoltà di Magistero dell'allora unica e sola Università di Roma, di cui fu erede il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Roma Tre, ora confluito nel Dipartimento di Studi Umanistici» (ix).

Questo, dunque, lo sfondo composito su cui si staglia il volume Laureatus in Urbe I, che raccoglie gran parte (per la precisione ventinove) delle quaranta relazioni lette durante i lavori del seminario, disegnando un itinerario all'interno dell'opera petrarchesca che può essere suddiviso in due macro-aree tematiche. Vale la pena precisare che si tratta di una distinzione metodica e non organica, per dirla in termini gramsciani, compiuta cioè per ragioni meramente espositive e tale dunque da non trovare corrispondenza nella struttura effettiva del volume, alla quale avrebbe forse giovato una ripartizione dei molti contributi in più sezioni. La prima macro-area verte su aspetti particolari del corpus petrarchesco, riguardanti soprattutto (ma non solo) il Canzoniere e relativi tanto al crinale formale e stilistico quanto al versante tematico e contenutistico. Nello specifico, gli aspetti esaminati dagli studiosi (indicati tra parentesi) sono: le apparizioni del mirto, dell'edera e dell'olivo nel Canzoniere (Giulia Zava); il topos dell'afasia poetica nei Fragmenta e le sue ascendenze stilnovistiche (Giulia Maria Cipriani); le diverse forme e il ruolo della preghiera nel capolavoro petrarchesco (Silvia Argurio); i legami tra Rvf 92, il sonetto dantesco Piangete, amanti, poi che piange amore e la tradizione occitanica del planh (Giulia Ravera); il significato religioso e teologico del simbolo della cerva bianca in Rvf 190 (Stefano Pezzé); l'opposizione città/campagna e Avignone/Valchiusa nel Canzoniere (Riccardo Raimondo); i differenti usi dell'ironia nelle Invective e nell'epistolario petrarcheschi (Laura Antonella Piras); il confronto fra il Liber de doctrina dicendi et tacendi di Albertano da Brescia e il Secretum a proposito del conflitto interiore (Irene Gualdo); una [End Page 357] nuova proposta di datazione per l'epistola i 8, Ad Lelium suum (Giulia La Rosa); i rapporti fra la Metrica ii 10 e l'Epistola vii del corpus di Albertino Mussato (Luisa Bertone); la presenza di espressioni oscene e ripugnanti nelle Invective (Maggie Fritz...

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