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  • Le leggi del creato e la normatività morale:La legge di natura nel trattato De legibus attribuito a Giovanni de la Rochelle
  • Riccardo Saccenti

È noto che la fonte principale del trattato De legibus presente nella terza parte della Summa fratris Alexandri è da individuare in una serie di Quaestiones de legibus et praeceptis attribuite a Giovanni de La Rochelle.1 Si tratta di un testo che offre la prima sistematica trattazione della nozione di 'legge' nel quadro della riflessione teologica di ambito universitario e che è collocabile all'origine di una tradizione testuale che, oltre alla Summa Halensis, annovera anche altre opere, incluse le questioni dedicate alle diverse tipologie di legge contenute nella Ia-IIae della Summa theologiae di Tommaso d'Aquino. La serie di questioni riconducibili a Giovanni de La Rochelle e preservate in due manoscritti si configura come un vero e proprio trattato dedicato alle diverse tipologie di leggi, che sono presentate all'interno di un ordine gerarchico specifico e analizzate in ragione delle loro caratteristiche.2 Le Quaestiones segnano in questo modo uno snodo essenziale nella discussione teologica sulla materia morale, nella misura in cui la griglia espositiva che Giovanni costruisce e utilizza diviene un modello per tutti gli autori successivi.

Quello che il presente contributo intende esaminare è la modalità con cui la nozione di 'lex naturalis' viene presentata nelle Quaestiones de legibus et praeceptis del maestro francescano, esaminandone le specificità a partire da alcune premesse. Da un lato occorre infatti tener conto delle conoscenze acquisite riguardo al testo di Giovanni grazie agli studi che sin ora si sono occupati [End Page 195] del testo e che ne hanno messo in luce le caratteristiche letterarie e contenutistiche. Dall'altro, si rende necessario vagliare i contenuti del testo del maestro francescano in relazione al loro retroterra storico, per poter sottolineare quanto esso innovi nella discussione teologica. Giovanni sviluppa il proprio discorso sulla legge naturale rispetto ad uno sfondo teologico nel quale questa nozione gode già di una tradizione di studio, legata però in modo dominante ad un approccio di carattere esegetico centrato soprattutto sull'interpretazione di Rm 2:13-14 e delle due formulazioni bibliche della 'regola d'oro' di Tob 4:7 e Mt 7:12.3 Nei primi decenni del XIII secolo iniziano ad essere attestate una serie di 'quaestiones' dedicate al tema della legge naturale e tradite in alcune collezioni di origine universitaria, segno di come la discussione sul tema si sia ampliata dall'ambito della 'lectio' sul testo biblico alla disputa universitaria.4

Accanto alla valutazione del quadro storico occorre poi aggiungere una ulteriore considerazione che riguarda l'evoluzione del discorso relativo al tema della legge naturale e più nello specifico del valore semantico di termini chiave come 'lex naturalis', 'lex naturae', 'ius naturale e ius naturae'. Si tratta di un [End Page 196] ambito di storia intellettuale trasversale a settori diversi della cultura medievale che, a partire dai primi decenni del XII secolo, coinvolge i giuristi da un lato, sia civilisti che canonisti, e gli esegeti e i teologi dall'altro. All'interno di un arco cronologico che abbraccia i cento anni precedenti alla composizione delle Quaestiones de legibus di Giovanni de La Rochelle, il linguaggio relativo alla legge naturale e al diritto naturale è oggetto di analisi dettagliate che si articolano a partire dalla lettera del Digestum giustinianeo, del Decretum di Graziano e dei passi della Scrittura nei quali, già a partire dalla lettura che di essi offrono i Padri della Chiesa, si ravvisa una stretta consonanza con l'antica dottrina stoica del diritto naturale.5 Il tratto più rilevante di questo processo è il modo in cui, progressivamente, la terminologia viene discussa e risemantizzata nei diversi ambiti culturali. Con la fine del XII secolo è così sempre più evidente la distanza creatasi fra il lessico dei giuristi e quello di esegeti e teologi, anche riguardo al tema della legge naturale, che produce una molteplicità di approcci al tema. Si tratta di prospettive che certamente restano in dialogo fra loro, come dimostra lo stesso Giovanni de La Rochelle, nel cui testo non mancano i rinvii al Decretum. E tuttavia, le questioni di fondo che sottendono la trattazione del diritto naturale come della legge naturale, sono...

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