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  • Alle origini dell'università di Bologna:L'insegnamento di Irnerio
  • Andrea Padovani

Le origini dello Studium di Bologna sono così riferite da Odofredo (†1265), il garrulo maestro che amava inframmezzare le lunghe lezioni sui testi di diritto romano con gustose narrazioni:1

Or signori, dominus Yrnerius fuit apud nos lucerna iuris, fuit enim primus, qui docuit iura in civitate ista. Primo cepit studium esse in civitate ista in artibus, et cum studium esset destructum Rome, libri legales fuerunt deportati ad civitatem Ravenne et de Ravenna ad civitatem istam. De hoc studebantur in artibus libri legales, qui a civitate Ravenne fuerunt portati ad civitatem istam. Quidam dominus Pepo cepit auctoritate sua legere in legibus, tamen quicquid fuerit de scientia sua nullius nominis fuit. Dominus Irnerius docebat in civitate ista in artibus, cepit per se studere in libris nostris, et studendo cepit velle docere in legibus. Et ipse fuit maximi nominis et fuit primus illuminator scientie nostre, unde ipsum lucernam iuris nuncupamus. [Or signori, Irnerio fu tra noi la lucerna del diritto, fu il primo ad avere insegnato in questa città. Una volta, a Bologna, esisteva uno studio di arti liberali. Quando lo Studium di diritto fu distrutto a Roma, i libri legali furono portati a Ravenna e poi a Bologna. Così i libri legali finirono per essere studiati nella scuola di arti liberali. Pepo cominciò con la sua autorità ad insegnare diritto ma, qualunque fosse la sua scienza, non ebbe alcuna fama. Irnerio insegnava arti liberali a Bologna quando vi furono trasferiti i libri legali. Cominciò a studiare per conto suo nei nostri testi, conseguì una grandissima fama e fu la [End Page 13] prima luce della scienza giuridica. Poiché fu il primo a fare glosse sui libri di Giustiniano, lo ricordiamo come lucerna del diritto].

Su queste parole s'è esercitato l'acume di alcune generazioni di storici: ma di recente la discussione si è fatta ancora più accesa. Richard W. Southern, Johannes Fried ed Anders Winroth hanno ritenuto di potere demolire per intero la narrazione di Odofredo, testimone giudicato2 troppo lontano dai fatti narrati e dunque inaffidabile.3 Il giurista duecentesco avrebbe così propalato un mito (ein Kunstprodukt und selbst ein Mythos) diffuso ad arte ai suoi tempi per nobilitare uno Studio già avviato, riconoscendo ad esso una fondazione remota. Secondo tale prospettiva Irnerio non avrebbe mai insegnato né sarebbe stato maestro di arti liberali; né, ancora, i quattro dottori—Bulgaro, Martino, Ugo e Iacopo—sarebbero stati suoi allievi. Con ciò dimenticando—lo rilevo [End Page 14] subito—che già alcuni cronisti del XII secolo, Landolfo Iuniore e Ralph Niger, attribuirono senz'altro ad Irnerio l'appellativo di 'magister'.4 Per Winroth, addirittura, la scuola, a Bologna, sarebbe scaturita solo a seguito dell'insegnamento avviato dal canonista Graziano, l'autore della Concordia discordantium canonum (poi Decretum per antonomasia) dopo il 1139.

Ora, noi sappiamo che Irnerio appare in 14 documenti tra il giugno 1112 e il dicembre del 1125.5 Radi all'inizio e alla fine della serie, quando Irnerio appare come avvocato e giurisperito, gli atti si infittiscono tra il 1116 ed il 1118, allorché egli figura in veste di giudice, per lo più a placiti o arbitrati tenuti in diverse località dell'Italia Padana. Nel 1118 Irnerio è a Roma per eleggere l'antipapa Gregorio VIII: sicché l'anno seguente Callisto II lo scomunica, al concilio di Reims, insieme all'imperatore Enrico V ed ai suoi più alti aderenti. Può darsi che proprio questa condanna papale costituisca una delle ragioni per le quali Irnerio scompare dalla documentazione, ad oggi nota, fino al dicembre 1125. La sentenza resa in quella data a Casal Barbato, però, è di dubbia autenticità: se l'atto fosse davvero un falso, dovremmo concludere che la stagione bolognese di Irnerio si compì, con certezza, in un arco ristretto a soli sei anni.6 Esaurito il suo insegnamento e piegato da avvenimenti sfavorevoli egli avrebbe preso—come attesta una glossa torinese posteriore, di cui dovremo occuparci—la via di casa, in Germania.7

L'analisi dei documenti appena riferiti ha sollevato alcuni problemi. I critici di Odofredo affermano che nelle pergamene [End Page 15] edite da Spagnesi Irnerio non è mai detto magister: titolo che gli doveva essere attribuito...

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