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  • Atti del I Convegno Internazionale su Francesco d’Appignano a cura di Domenico Priori
Atti del I Convegno Internazionale su Francesco d’Appignano, a cura di Domenico Priori, Centro Studi Francesco d’Appignano, Appignano del Tronto, 2001, 197 p.

Da dodici anni Domenico Priori, il direttore del Centro di Studi su Francesco d’Appignano, appassionato di storia della filosofia, delle religioni e delle scienze medievali, riunisce regolarmente intorno a sé, ad Appignano del Tronto, un circolo di eminenti medievisti, amichevole quanto erudito, sul pensiero e gli scritti di Francesco d’Appignano. Sei convegni internazionali hanno già avuto luogo per la gioia dei partecipanti calorosamente accolti e del paese intero, che durante tali avvenimenti scientifici ha l’occasione di celebrare il pro-prio fervente attaccamento a questo teologo francescano, le cui profonde radici, l’anima e la grandezza intellettuale vivono ancora nelle pietre stesse d’Appignano e della sua chiesa meravigliosa.

Gli atti dei sei convegni sono pubblicati in Comune sotto forma di bei quaderni fabbricati con la più grande dedizione. Sono diffusi ancora in un circuito editoriale ristretto1, ma la numerazione internazionale è in corso perché diventino accessibili alle grandi biblioteche universitarie. In effetti, questi atti costituiscono i primi fondi unici e imprescindibili di una vera e propria tradizione di ricerche sistematiche su Francesco d’Appignano, fino a questo momento poco conosciuto, [End Page 513] eccezion fatta per le grandi figure fondatrici della filosofia medievale, Anneliese Maier e Pierre Duhem.

L’introduzione e le parole di chiusura dell’editore inquadrano nove studi inaugurali sul nostro autore e sottolineano immediatamente l’importanza e la fecondità di questo pensiero per la posterità, tanto in ambito religioso quanto in ambito politico e scientifico. L’impegno di Francesco all’in-terno del suo ordine (quattro studi) e la sua filosofia naturale (cinque studi) sono i principali oggetti d’indagine di questo volume. Maria Elma Grelli ed Emidio Santoni firmano uno studio considerevole sull’insediamento geografico e l’istituzione religiosa dell’ordine francescano ad Appignano, il suo ruolo e i suoi compiti, dal XIIIe al XVIIIe secolo. Fortunato Iozzelli ritraccia il contesto storico dell’opposizione dissidente di Francesco d’Appignano, in particolare con Michele da Cesena e Guglielmo da Ockham, nei confronti del papa sulla questione della povertà; Mario Sensi mette in risalto il prezioso argomentario polemico dell’Improbatio, nella lotta an-tipapale di Francesco d’Appignano fino al suo processo, della denuncia vigorosa delle posizioni eretiche di Giovanni XXII riguardo l’usus pauper, la povertà di Cristo e degli Apostoli. Quanto a Roberto Lambertini, egli dimostra in maniera magistrale come la povertà francescana, rivendicata nell’Improbatio, costituisca una testimonianza fondamentale per comprendere la formazione delle teorie politiche e in particolare delle nuove concezioni sulle origini del potere.

Notker Schneider sviluppa una bella analisi sull’originalità delle concezioni della Natura in Francesco d’Appignano: queste, contrariamente a quelle di altri filosofi, come Guglielmo da Ockham, sono profondamente indissociabili dalla sua teologia e dalla sua metafisica. Russel L. Friedman mostra che Francesco non teme di considerare, contro Aristotele, un infinito attuale, un mondo eterno creato, se solo tale fosse stata la volontà divina. Il cosmo, secondo Francesco, presenta una costituzione talmente uniforme, nei luoghi e nei movimenti, di materia, di forme e dei loro composti, che la tradizione cosmologica e ilemorfica aristotelica risulta profondamente modificata. I validissimi lavori [End Page 514] di Domenico Priori sulle principali differenze dottrinali tra Aristotele e Francesco riguardo i moti naturali e violenti e la loro portata nella storia delle scienze, di Fabio Zanin sulla dinamica uniformizzata dei movimenti terrestri e celesti, e di Chris Schabel sulla velocità infinita ne sono degli esempi evidenti: per Francesco, l’azione continua di una forza, immanente al proiettile, è necessaria per mantenere il movimento; inoltre, i corpi possono muoversi nel vuoto, possiedono una resistenza privativa al loro spostamento, in aggiunta alla resistenza positiva, la forza motrice di Dio è infinitamente potente. Così, la fisica di Francesco è audace quanto quella di Nicola d’Oresme.

Footnotes

1. Tuttavia, un numero della rivista Vivarum, 44 (2006) è stato interamente dedicato a Francesco d’Appignano. In questo numero fgurano brillanti contribuzioni degli studiosi fedeli ai convegni di Domenico Priori.

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