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MLN 119.1 Supplement (2004) S41-S46



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Salvatore Camporeale e gli studi sull'Umanesimo

Michele Ciliberto
Università di Pisa


Salvatore Camporeale è conosciuto anzitutto come un importante studioso dell'Umanesimo e del Rinascimento, ma, nella sua lunga e feconda vita è stato anche qualcosa di altro e di diverso. Da giovane fu, ad esempio, assai impegnato nella discussione che investì la Chiesa cattolica, e in generale il mondo cristiano fra la seconda metà degli anni '50 e gli anni '60, nel quadro di una discussione che trovò un suo punto di approdo fondamentale nel Concilio Vaticano II promosso da Giovanni XXIII. Furono gli anni della sua assidua partecipazione a «Vita sociale», una rivista che diede un contributo assai importante al dibattito religioso e più in generale politico di quegli anni per tanti aspetti decisivi. Furono, quelli, anche gli anni del suo soggiorno a Pistoia, così importanti sia per la sua maturazione religiosa che per la sua formazione di studioso, grazie anche alla possibilità di consultare un'importante biblioteca dotata sia di fondi antichi che moderni. Negli anni successivi, dopo la crisi di quell'esperienza, Camporeale non amò tornare con il ricordo sull'esperienza pistoiese, ma essa fu, da molti punti di vista, un passaggio decisivo di tutta la sua vicenda intellettuale e anche umana: fu in quegli anni, ad esempio, che stabilì un'amicizia destinata a durare fino alla fine della sua vita con Armando Verde, autore del fondamentale lavoro sullo Studio fiorentino.

Ma non meno significativa è stata, per almeno un trentennio, il rapporto di studio e di lavoro che Camporeale ha avuto con Villa I Tatti e, in generale, con il mondo culturale americano (era stata peraltro ordinato sacerdote proprio negli Stati Uniti). A questo [End Page S41] proposito credo si possa dire senza tema di essere smentiti, ma registrando quella che è stata la pura verità, che Camporeale è stato una sorta di vero e proprio trait d'union tra due mondi, consentendo agli americani di avere un rapporto meno scontato e senza pregiudizi con l'Italia e agli italiani di guardare con interesse e attenzione a quello che gli americani venivano producendo in un campo di studi così europeo—anzi italiano—come il Rinascimento. Ma Camporeale è stato capace di svolgere un lavoro di questo genere, perché è stato un profondo conoscitore di entrambi questi mondi così vicini e al tempo stesso così lontani da risultare per molti aspetti reciprocamente indecifrabili. Formatosi alla scuola di Garin, cioè nel centro più importante degli studi sul Rinascimento in Italia e in Europa negli ultimi cinquant'anni, ha avuto rapporti profondi con studiosi come Gilmore, Craig Smith, Trinkaus, muovendosi sempre con piena libertà sia con gli uni che con gli altri, muovendosi con sicurezza in una sorta di territorio di frontiera di cui conosceva tanto l'importanza quanto le difficoltà.

Ho avuto il piacere di conoscere Camporeale da studente, nella Facoltà di Lettere di Firenze, prima a San Marco (per un solo anno), poi a Piazza Brunelleschi, dove nel 1963 si trasferì l'attività della Facoltà in cui avevano insegnato Pasquali, Limentani, Paoli e altri grandi maestri. Camporeale in quegli anni, non era mai solo, ma era sistematicamente affiancato da Armando Verde: costituivano, si potrebbe dire, una sorta di 'coppia fissa'. Se si vedeva l'uno, voleva dire che l'altro era sicuramente nei paraggi. Eravamo tutti noi assai colpiti da quei due domenicani, con la loro veste bianchissima; e soprattutto ci incuriosiva vedere questi due 'cucullati' che come una sorta di gendarmi, affiancavano Garin, con il quale erano soliti discutere in modo molto intenso. Ci colpiva molto il fatto che il nostro amatissimo maestro mostrasse di apprezzarli e di discutere con loro con molto piacere. Ma anche quello era un segno, se si vuole, dei tempi che stavano cambiando. Antiche diffidenze si erano ormai consumate ed era più facile ormai, a tutti i livelli, un fecondo colloquio fra laici da un lato, 'chierici' dall'altro. Non che Garin non avesse avuto altri allievi sacerdoti (era stato per esempio correlatore della tesi di laurea di Ernesto Balducci), ma certo in quegli...

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