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F. Romano: Metafísica e Matemática in Giamblico47 Metafísica e Matemática in Giamblico Francesco Romano I. Premessa Metodológica Prima di affrontare ex professe il problema del rapporto tra metafísica e matemática in Giamblico, è opportuno fare qualche considerazione sul significato generale che la nozione di "metafísica" ha nella filosofía di Giamblico, perché—come tutti sanno— tale nozione, che peraltro non corrisponde a nessun termine técnico nel Unguaggio filosófico antico, ha acquisito nei secoli una molteplicita di significati non tutti riducibili a quello originariamente aristotélico. Per potere tentare una definizione di "metafísica" nel senso giamblicheo (ma la cosa non sarebbe diversa a proposito di qualsiasi altro filosofo neoplatonico), ritengo che si debba partiré dalla nozione che ad essa è quasi sempre sottesa, cioè dalla nozione di "intelligibile" (t? ???t??): è infatti quest'ultima nozione che riempie concettualmente quella di metafísica e la rende quindi comprensibile nella sua connotazione semántica e nella sua valenza teórica generale. Io non credo che esista nel linguaggio neoplatonico altro termine capace di sovrapporsi a quello di "metafísica." Da un punto di vista metodológico, dunque, considero "metafísica" in Giamblico turto ció che si riferisce e contiene in qualche modo il concetto di "intelligibile." Sulla differenza tra l'intelligibile nel senso neoplatonico e in quello aristotélico, non è qui il caso di soffermarsi: dico semplicemente che le poche volte che Aristotele adopera il termine ???t?? nella sua Metafísica, o riferisce il pensiero altrui,1 o indica genéricamente il contenuto dell'intelletto, soprattutto dell'intelletto divino o dell'intelletto intuitivo (in quest'ultimo caso quasi sempre in relazione a concetti matematici.2 Di tutt'altra portata, sia semántica che teorética, appare invece l'uso dello stesso termine nei filosofi neoplatonici. Ad es., di Platone, a 990a31 , o di Antistene, a 999b2 e a 1043b30. Si veda, ad es., 1036a3, 1072b20, 1076b38. 48Syllecta Classica 8 (1997) II. Nozione di "Intelligibile" La famiglia semántica di ???t??, sia nella forma attributiva che in quella neutrosostantivata , ha una discreta frequenza negli scritti di Giamblico (una cinquantina di occorrenze) e risulta quasi sempre in combinazione con altri termini, anche qui o in forma attributiva o in sindesi con essi. Tra questi ultimi figurano soprattutto termini quail: tt??t??, ?e??, ?e???, ?s?µat??, ?????, ?µ???st??, ??d???, ??s?a, a???, st???????, ?????, pa??de??µa, a???e?a. Quelli prevalenti tra questi sono e?d?? e ?e??/?e???, prevalenza che incide fortemente sulla relazione che lega la nozione di "intelligibile" con quella di "teología." Ma per dare un'idea piú precisa di che cosa Giamblico intenda di volta in volta esprimere con la famiglia semántica del termine ???t?? proviamo brevemente a esaminare qualche brano del De Mysteriis. A 1 .12, pagina 41 .10, Giamblico chiama "Principio eterno e intelligibile ; e pur essendo le stesse, anche se in modo diverso (?t???? te ta a?t?, appunto perché immagini di quei modelli), quelle statue sono state create per formare un altro ordine, e queste di quaggiú sonó in continuité con quei modelli secondo un'unica unità (s??e?? te ?st? ta t?de p??? e?e??a ?at? µ?a? e??s??), e le forme divine intellettive presentí nei corpi visibili degli dèi preesistono ad essi in modo trascendente (????st??), mentre i loro modelli intelligibili, che sono privi di mescolanza e sopracelesti, permangono in se stessi tutti insieme nell'Uno (µ??e? ?a?' ?a?t? ??? ?µ?? p??ta, dove suggerirei di accogliere la lezione e? ??? di M. Ficiño) in virtú della loro eterna trascendenza (?at? t?? d?a????a? a?t?? ?tte?ß????)." È assolutamente chiaro che il signifícate che qui Giamblico intende dare alle forme intelligibili ed eterne concerne non soltanto l'aspetto della loro ineliminabile trascendenza rispetto aile forme intellettive che sono nel mondo di quaggiú, ivi compresi i corpi celesti, che pure possiedono una notevole dose di divinità, ma anche e soprattutto quelPaspetto della loro unione con l'Uno, da cui dipende la loro stessa essenza o realta. Come dire che il senso metafisico F. Romano: Metafísica e Matemática in Giamblico49 delFintelligibile è connaturale a quest'ultimo, soprattutto in funzione dell'Unico Primo Principio da cui...

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