Abstract

Questo saggio offre una ravvicinata lettura retorica e stilistica dell'episodio lunare dell'Orlando furioso e, in particolare, dell'ottava, in cui al paladino Astolfo si offre per la prima volta un'immagine della luna (34. 72), in cui Ariosto inserisce un'imitazione tratta dall'Arcadia di Sannazaro. La pastorale ariostesca, compressa in una singola stanza, si dimostra cruciale per la comprensione delle premesse umanistiche del Furioso: le conclusioni dello studio argomentano l'importanza dell'allegoria dantesca, sia pure mediate attraverso un filtro dissacratorio, e la presenza di un cortocircuito gnoseologico alimentato dal cronòtopo arcadico e la sua inversione lunare nell'epos di Ariosto

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