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Reviewed by:
  • Le Strutture e la Storia; La critica italiana dallo Strutturalismo alla Semiotica
  • Fabio Bonetti
Andrea Mirabile. Le Strutture e la Storia; La critica italiana dallo Strutturalismo alla Semiotica. Milano: LED, 2006.

Le Strutture e la Storia traccia il percorso dello Strutturalismo in Italia ed in Europa, e dei rapporti che esso stabilisce con altre scuole di pensiero. In Italia è solo nel 67 con l'edizione del 'Corso' di Saussure a cura di De Mauro che si afferma un primo interesse per lo strutturalismo, sebbene le "Tesi" praghesi circolino almeno dall'anno precedente. Un ruolo di spicco a questo nuovo interesse culturale è riconosciuto a Cesare Segre che rivolge ad alcuni fra i protagonisti del movimento, quali Corti, Lévi-Strauss e Roncaglia, domande sull'utilità dei procedimenti di tipo strutturalisitico per la critica letteraria—soprattutto in un contesto prevalentemente storicista—come quello italiano. La premessa delle domande di Segre è che tali procedimenti si basino su letture "capillarmente analitiche," tese a individuare parallelisimi esclusivamente linguistici (fonetici, retorici ecc.) senza riguardo per il contesto storico ed extra-letterario. Ne segue che la letteratura emerge come oggetto perfettamente autosufficiente, cioè senza legami con la società, con le vicende personali dell'autore ecc. Mirabile si propone di contestare la tesi dell'assoluta autonomia fra testi e contesti (denominati come "serie"): "Uno degli obiettivi principali di queste pagine è la segnalazione, da un lato, della forte contraddittorietà di tali assunti teorici, dall'altro, delle possibili cause di questa vera e propria crisi della contestualizzazione storica, ovvero della storicizzazione della letteratura, dei suoi autori, delle sue opere" (18). E se da un lato riconosce il valore della ricerca di ciò che è specificamente letterario in opposizione a tradizioni critiche idealistiche di matrice romantica, tendenti a inquadrare opere e personalità artistiche entro un disegno "provvidenziale," nutre altrettante riserve verso il tentativo positivista di formalizzazione "scientifica" dell'arte e di individuazione di leggi intrinseche e di invarianti della letteratura.

Sebbene Croce sia citato nelle prime pagine in chiave sostanzialmente anti-strutturalista, o meglio, anti-saussuriana (per il giudizio negativo sulla rigida distinzione tra sincronia e diacronia), ne viene più avanti recuperata una certa affinità di spirito al pensiero strutturalista che consiste nel rifiuto dello storicismo ottocentesco (espresso, per esempio, dal De Sanctis). Mirabile considera Croce filosofo e critico idealista con forti radici storiche; tuttavia ne sottolinea la concezione di autonomia essenziale dello studio della poesia, che [End Page 201] può sì essere inserita nel suo contesto storico più ampio, ma esclusivamente a fini didattici (ovvero non estetici e critici): "Il filosofo infatti non nega la 'storia' ma si oppone più precisamente all'idea di storia letteraria, fatta di concetti generali." (26)

Se dunque il filosofo anti-strutturalista condivide in realtà alcuni dei pressuposti teorici degli strutturalisti, il rovescio della medaglia può forse individuarsi nella marcata preparazione filologica del movimento anti-storico per eccellenza nei suoi rappresentanti italiani:

L'originalità, non sempre riconosciuta, dello strutturalismo italiano è data innanzitutto dal suo essere 'storico, o meglio 'storicizzante': tale una delle idee di fondo di questa ricerca [. . .] Prendendo quindi in esame un arco di tempo che si estende dagli anni '50 fino ad oggi, si cercherà di evidenziare i percorsi del lento evolversi in Italia dell'esperienza critica che, partita da una situazione di quasi assoluto predominio dell'estetica crociana, frenata dalla chiusura del ventennio fascista, si appropria prima degli strumenti dello strutturalismo [. . .] per giungere in seguito ad integrarli con i nuovi stimoli offerti dalla semiotica.

(33–34)

Benché Mirabile sembri circoscrivere il carattere moderato e storico dello strutturalismo ai suoi esponenti italiani, rinveniamo analogie simili a quelle indicate fra storicisti e strutturalisti italiani anche fra "barricate" opposte entro la critica russa e praghese. L'obiettivo auspicato da Mirabile è la giusta interpretazione o configurazione, al di là di estremismi sia deterministici che automonistici, del rapporto tra letteratura e società (anche se vedremo che tale configurazione sfugge a criteri esatti o scientifici):

È necessario, in sede critica, non solo tracciare la storia dei procedimenti tecnici delle opere d'arte, come pensavano i formalisti russi, e non solo postulare rapporti tra la serie 'artistica' e altre serie, come intuiscono i praghesi, ma inquadrare il testo letterario in un processo storico di cui la letteratura e l...

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