Gabriele Pepe nacque in Civitacampomarano, nella contea di Molise, il 7 dicembre 1779, da Carlo Marcello e da Angelamaria Cuoco. A diciassette anni ebbe il suo primo ed unico amore, che divampò in possente passione; per distrarsi dalla quale, prese la via delle armi, e fu prima nell'esercito di Ferdinando Borbone, poi in quello della Repubblica Napoletana. Ferito e fatto prigioniero, e dalla Giunta di Stato condannato al patibolo, la pena di morte, a cagione dell'età, gli fu mutata in quella dell'esilio. Un legno mercantile lo sbarcò a Marsiglia; dove il povero giovinetto trovò che il padre, esule ancor lui, era morto, e sulla tomba di lui pianse e giurò d'imitarne la virtú. Nel 1801 si arrolò nella Legione Italiana di Napoleone; e dopo la pace di Firenze del 1802, tornò a Civitacampomarano, ed attese a studi scientifici: dall'arte di distruggere gli uomini passò a quella di conservarli. Nel 1807, col grado di capitano, andò colle truppe napoleoniche nella Spagna, e vi rimase quattro anni. Come Cesare, il Pepe combatteva e scriveva i commentari di sua vita, quel Giornale militare, che porta il bizzarro ti-