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Reviewed by:
  • Vangeli occitani dell’infanzia di Gesù, edizione critica delle versioni I e II
  • Dan Octavian Cepraga
Giannini, Gabriele, Marianne Gasperoni., eds. 2006. Vangeli occitani dell’infanzia di Gesù, edizione critica delle versioni I e II. In-troduzione, note ai testi e glossario di G. Giannini. Testi a cura di M. Gasperoni. Bologna: Pàtron.

Le molteplici narrazioni sulla nascita e l’infanzia di Maria e di Gesù, sorte fin dai primi secoli del Cristianesimo e propagatesi lungo le linee di una tradi-zione multiforme e plurilingue, rappresentano uno dei comparti più importanti e ricchi di implicazioni storico-culturali della letteratura apocrifa cristiana. A partire da alcuni fortunatissimi prototipi antichi, greci, latini, arabi e siriaci (quali il Protovangelo di Giacomo, lo Pseudo-Matteo, il Vangelo di Tomaso, il Vangelo arabo sull’infanzia del Salvatore), il corpus dei cosiddetti Vangeli dell’infanzia si è sfrangiato nel corso dei secoli in un vasto numero di volgarizzamenti, adattamenti e rielaborazioni nelle principali varietà romanze medievali, nonché in irlandese, in paleoslavo, in romeno, in georgiano, in armeno.1 All’interno di questo quadro estremamente mosso e composito, le versioni due-trecentesche in versi, di provenienza francese, anglo-normanna e occitanica occupano un posto di sicuro rilievo. Nono-stante il loro indubbio interesse, per molto tempo le versioni medievali di area gallo-romanza potevano essere lette in edizioni invecchiate, ferme a volte ai pionieristici interventi di un Paul Meyer e di un Karl Bartsch, op-pure francamente inadeguate, scontando il disinteresse e il pregiudizio “di stampo umanistico-elitario” che in varia misura hanno riguardato l’intera area della letteratura religiosa del basso Medioevo volgare.2

Per queste ragioni, non si può che salutare con soddisfazione un’edizione sotto ogni aspetto esemplare, che mette a disposizione il testo delle due principali rielaborazioni provenzali degli apocrifi sulla natività e l’infanzia di Maria e di Gesù, fornendo al contempo un ampio ed esauriente corredo illustrativo sul duplice versante filologico e linguistico. Il volume presenta infatti il testo critico della cosiddetta versione I dei Vangeli dell’infanzia occitanici, fondata sul MS P1 (Paris, Bibliothèque Nationale, nouv. acq. fr. 10453) e, per le parti in cui [End Page 132] queste soccorrono, sulle testimonianze dei perduti codici di Conegliano e Torino (C e T), nonché le due distinte redazioni della versione II, fondate rispettivamente sul manoscritto unico P2 (Paris, Bibliothèque Nationale, fr. 1745) e sul manoscritto laurenziano Ashburnham 103 (F) confrontato con N (Napoli, Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III, I.G.39), di cui si dimostra l’indi-pendenza dal laurenziano, sottraendolo giustamente al ruolo di descriptus in cui era stato finora relegato. Nella parte introduttiva si trovano ampi e detta-gliati capitoli dedicati alla descrizione dei testimoni e alla loro storia antica e moderna, alcune sobrie annotazioni sulle fonti, sulla struttura e sui rapporti fra i manoscritti ed infine una approfondita e sistematica analisi della lingua degli autori e dei rimaneggiatori, nonché delle varie stratificazioni riscontrabili nella scripta dei testimoni. Al testo di ciascuna versione segue una corposa sezione di note filologiche dove vengono discussi i luoghi critici e gli interventi emendativi, vagliando ogni volta possibili correzioni e congetture, e in cui si dà conto dei fenomeni linguistici più rilevanti e si esaminano i rapporti di dipendenza e derivazione dalle fonti latine (in particolare lo Pseudo-Matteo e la re-censione latina del Vangelo di Tomaso), mettendo in luce i diversi gradi di riduzione, amplificazione o rielaborazione originale dei contenuti. Chiudono il volume un glossario ben impostato, anche se fin troppo selettivo, e un indice dei nomi propri.

Uno dei punti di forza dell’edizione sta nel grande lavoro di scavo critico e descrittivo, che ha permesso l’acquisizione di dati nuovi e sicuri su diversi aspetti della tradizione testuale, dalla localizzazione e datazione dei testi alla ricostruzione più precisa dei loro ambiti di produzione e circolazione. A partire dalla descrizione minuziosa dei testimoni e delle loro coordinate storico-culturali, si può evincere, ad esempio, l’importanza di una determinata tipologia di silloge manoscritta nelle dinamiche di trasmissione delle Infanzie provenzali, che si trovano spesso integrate all’interno di compilazioni di materia didattico-religiosa (a margine o a traino di testi più famosi), in bilico...

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