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MLN 117.1 (2002) 260-265



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Book Review

All'origine del romanzo in Italia.
Il "celebre Abate Chiari"


Carlo A. Madrignani. All'origine del romanzo in Italia. Il "celebre Abate Chiari". Napoli: Liguori, 2000. Pp. 354.

Il diffuso interesse per la storia e la preistoria del romanzo, genere vincente della modernità; le ricerche sulle politiche editoriali, la stampa, le strutture della trasmissione della cultura; l'attenzione per la lettura e la ricezione come parte integrante del processo letterario: partendo da queste tendenze ben vive nei nostri studi, è naturale che si siano moltiplicati in anni recenti i lavori sul romanzo del Sei e Settecento. Uno degli ultimi apparsi è quello di Alain Montandon, Le roman au XVIIIe siècle en Europe (PUF, 1999). Per più di 500 pagine il libro rincorre attraverso minute classificazioni e innumerevoli categorie il "romanzo" settecentesco, e si capisce come l'ambizione di coprire un terreno così vasto renda più di una volta frettolosa l'analisi dei singoli testi, specialmente nelle aree marginali del quadro europeo. Che in questo panorama sia del tutto assente, in particolare, il romanzo italiano del Settecento, si può ascrivere contemporaneamente alla scarsa curiosità che il comparatismo universitario francese, con poche lodevoli eccezioni, ha sempre manifestato per quanto avviene a sud delle Alpi, e all'effettiva scarsa consistenza della nostra tradizione narrativa in quel secolo. Come scriveva Francesco Saverio Salfi nel 1826 (un anno prima della pubblicazione dei Promessi Sposi): "Le genre de prose que les Italians ont toujours le moins cultivé, est celui des romans . . ." (Resumé de l'histoire de la littérature italienne, II).

Alla contrastata presenza di una narrativa italiana nel Settecento è dedicato l'impegnato volume di Carlo A. Madrignani, All'Origine del Romanzo in Italia. Il "celebre Abate Chiari" (Napoli: Liguori, 2000). Si tratta, potremmo dire, di tre libri diversi in uno: quello annunciato dal titolo principale, quello sul Chiari cui si riferisce, in caratteri molto più piccoli, il sottotitolo, e infine, in più di cento pagine di Note bibliografiche e commenti, una informatissima storia parallela delle storie dei problemi trattati nei primi due. Va detto subito che di questi tre libri il più riuscito e convincente è il primo, vera e propria, dotta "archeologia" del primo tipo di romanzo d'intrattenimento prodotto, e largamente venduto e letto, in Italia, e insieme denuncia polemica delle remore che ne impedirono alla lunga una stabile e duratura affermazione.

In altre parole, Madrignani traccia la storia, ricca e sinuosa, delle discussioni, vicende editoriali, esperienze stilistiche, attraverso le quali si afferma in Europa, e vive da noi la sua stentata ed effimera vicenda, il romanzo in tutte le sue varietà--sentimentale, avventurosa, esotica, filosofica ecc.--: prodotto legittimato dal basso, cioè rivolto soprattutto a un pubblico non letterato, e [End Page 260] specialmente femminile, che lo leggerà per divertimento, magari per dimenticarsene presto, per una nuova fruizione edonistica (o "frivola", ma non immorale) della letteratura e della lettura che contraddice scandalosamente quella perennità e "capitalizzazione nella memoria" a cui erano invece destinati i classici e in genere i testi della letteratura alta.

Passando in rassegna le riflessioni teoriche sul romanzo, da quelle logicamente meglio informate e più aperte dei francesi, Huet, Lenglet-Dufresnoy o Marmontel, a quelle italiane, accomodanti come nel Mondo morale di Gasparo Gozzi, o severamente ostili come in Del leggere i libri di Metafisica e di Divertimento del gesuita Giambattista Roberti, Madrignani mostra l'imbarazzo sia degli avversari che dei partigiani del romazo in seno alla cultura ufficiale: se gli uni non potevano ammetterne l'esistenza, gli altri non riuscivano a giustificarlo e a sistemarlo nel quadro dei valori e dei generi acquisiti: proprio nel momento in cui si stringevano fruttuose alleanze fra romanzieri, stampatori e librai, in una situazione dove chiaramente le realtà del mercato--domanda dei lettori, fiuto e disponibilità dei produttori--erano più avanzate della coscienza dei letterati. In Inghilterra e in Francia la qualità dei prodotti e la consistenza sociale e culturale del pubblico assicurarono comunque il definitivo decollo del genere. In Italia invece--val la pena di riportare la conclusione di questa "storia"--

il romanzo nasce su un...

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