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  • Il riscatto d’Adamo nella morte di Gesù Cristo
  • Sal Di Maria
Filippo Orioles, Il riscatto d’Adamo nella morte di Gesù Cristo. Edizione critica a cura di Salvatore Bancheri. Cosenza, Marra, 1995. Pp. ccxiii + 223.

È merito di Salvatore Bancheri richiamare l’attenzione degli studiosi su un dramma sacro che nonostante la sua fortuna editoriale è stato ignorato dalla critica letteraria. Concedendo che in effetti si tratta di un dramma «popolare» ancor oggi messo in scena dal popolo durante la Settimana Santa in varie parti d’Italia, Bancheri mette in evidenza la letterarietà del Riscatto, sottolineandone l’aderenza alle regole drammatiche e alla tradizione della rappresentazione sacra. Ma di quest’ultima il drammaturgo ritiene solo il tema religioso, preferendo le vive testimonianze dei Vangeli in tutta la loro dimensione umana alle sterili dissertazioni teologiche ed allegoriche tipiche del dramma antico. E così il Riscatto si procura il beneplacito ecclesiastico, l’approvazione della classe colta e il favore del popolo.

Nel contestualizzare l’opera del drammaturgo siciliano, Bancheri offre una breve sintesi del teatro sacro, esaminandone le fonti, i tropi, la liturgia, e gli allestimenti scenici. Inoltre, egli correge vecchie posizioni critiche, come quella del D’Ancona che assegna al dramma sacro, specialmente ai Martori, origini letterarie anziché religiosopopolari, mentre mette a punto giudizi frettolosi sull’opera dell’Orioles e sul teatro sacro in generale. Con chiarezza di stile e e di argomentazione Bancheri rivendica la rilevanza teatrale del Riscatto e propone il suo autore come uno dei drammaturghi piú importanti del suo tempo, imitato da tanti e apprezzato da molti. Purtroppo, questo successo è valso poco all’Orioles che è rimasto sepolto nelle polemiche culturali di cui è stata oggetto la Sicilia di allora.

Bancheri rivisita l’ambiente culturale dell’Orioles e con discorso sensato riconcilia la posizione del Gentile, che aveva visto l’isola arretrata e “sequestrata,” con la tesi piú moderna che vede un popolo avido di idee innovatrici in voga nell’Europa del Settecento. Senza ripudiare quanto ci sia di valido nel due punti di vista, Bancheri scioglie la polemica suggerendo che in quel periodo la Sicilia stava attraversando una fase «di risveglio e fervore intellettuale». A suo dire, l’isola si scuoteva di dosso il pesante giogo del clero, [End Page 124] soprattutto dei gesuiti, e cominciava a respirare un po’ d’aria intellettuale di stampo giansenista. Ed è sul background di questo fervore culturale che va vista l’opera e la fortuna editoriale di cui godette questo venerando drammaturgo siciliano (morí a 106 anni).

Bancheri fornisce una meticolosa descrizione delle varie edizioni del Riscatto da lui esaminate in oltre cento biblioteche italiane e straniere, dando notizia anche di edizioni, manoscritti e copioni che non è riuscito a vedere o a rintracciare. Questo scrupoloso lavoro di verifica lo ha portato alla gratificante scoperta di cinque operette teatrali dell’Orioles. Lo sforzo piú impegnativo rimane peró il rigore filologico con cui Bancheri ricostruisce il testo del Riscatto di cui non si trova una editio princeps. Da un accurato confronto delle varianti di tre testi con quello curato dal Pitré, il quale afferma di averlo stampato direttamente dalla editio princeps, Bancheri riesce felicemente ad allestire l’edizione critica di un dramma che, da sempre apprezzato dalle masse, aspettava da tempo chi lo ricostruisse in una sua versione definitiva e lo portasse a conoscenza degli studiosi. Infine, lo scrupolo filologico, la freschezza delle proposte critiche, e la ricchezza e le novità bibliografiche fanno di questo libro un indispensabile punto di riferimento per qualsiasi studio critico sul dramma sacro del Settecento siciliano e italiano.

Sal Di Maria
University of Tennessee
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