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144 XIII. La partenza Ed ecco a tutti colorirsi il cuore dell’azzurro color di lontananza; e vi scorsero l’ombra del Ciclope e v’udirono il canto della Maga: l’uno parava sufolando al monte pecore tante, quante sono l’onde; l’altra tessea cantando l’immortale sua tela così grande come il mare. E tutti al mare trassero la nave su travi tonde, come su le ruote; e avvinsero gli ormeggi ad un lentisco che verzicava sopra un erto scoglio; e già salito, il vecchio Eroe nell’occhio fece passar la barra del timone; e stette in piedi sopra la pedagna. Era seduto presso lui l’Aedo. E con un cenno fece ai remiganti salir la nave ed impugnare il remo. Egli tagliò la fune con la scure. E cantava un cuculo tra le fronde, cantava nella vigna un potatore, passava un gregge lungo su la rena con incessante gemere d’agnelli, ricciute donne in lavatoi perenni batteano a gara i panni alto cianciando e dalle case d’Itaca rupestre balzava in alto il fumo mattutino. E i marinai seduti alle scalmiere ...

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