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74 Solon Triste il convito senza canto, come tempio senza votivo oro di doni; ché questo è bello: attendere al cantore che nella voce ha l’eco dell’Ignoto. Oh! nulla, io dico, è bello più, che udire un buon cantore, placidi, seduti l’un presso l’altro, avanti mense piene di pani biondi e di fumanti carni, mentre il fanciullo dal cratere attinge vino, e lo porta e versa nelle coppe; e dire in tanto grazïosi detti, mentre la cetra inalza il suo sacro inno; o dell’auleta querulo, che piange, godere, poi che ti si muta in cuore il suo dolore in tua felicità. - Solon, dicesti un giorno tu: Beato chi ama, chi cavalli ha solidunghi, cani da preda, un ospite lontano. Ora te né lontano ospite giova né, già vecchio, i bei cani né cavalli di solid’unghia, né l’amore, o savio. Te la coppa ora giova: ora tu lodi più vecchio il vino e più novello il canto. E novelle al Pireo, con la bonaccia prima e co’ primi stormi, due canzoni oltremarine giunsero. Le reca una donna d’Eresso. - Apri: rispose; ...

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