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  • La Ristrutturazione Gnoseologica Della Metateologia. «Suscettibilità» Scientifica Della Natura Divina E Multiformità Dell’habitus Theologicus In Pietro Aureolo († 1322)
  • Davide Riserbato (bio)

Theologia est scientia universalissima, et amplius quam metaphysica… theologia est quodammodo latior omni scientia1*

1. Introduzione

Ci proponiamo di accostare la questione relativa all’indagine strutturale (metateologica) della teologia, della sua natura e del suo statuto2, con [End Page 277] l’intento di precisarla da una prospettiva gnoseologica. La scelta di questo punto di vista è stata operata sotto la spinta di una antica suggestione attinta da Paul Vignaux, il quale riconosceva in Duns Scoto, prima ancora che in Ockham, un tornante decisivo nell’ambito dei rapporti tra gnoseologia e teologia:

Duns Scot […] avait transposé une question classique depuis l’invasion aristotélicienne: «la théologie est-elle une science?» en cette autre, plus radicale: Dieu comme tel – Deus sub ratione Deitatis – est-il un objet possible de science? s’il l’est, on pourra concevoir les degrés auxquels, par grâce, des créatures participeront à ce savoir divin par nature, le premier et le plus haut. Le problème de la possibilité de la théologie ne se pose plus d’abord à partir de la capacité humaine de connaître, il se pose à partir de la nature du connaissable divin, de son pouvoir de se faire connaître. […] Cherchons-nous une «théorie de la connaissance», nous la devons la trouver dans une introduction à la théologie, elle-même […] de caractère théologique3.

Queste sottolineature hanno propiziato un’attenzione di questa nostra ricerca su due livelli: da un lato quello della possibilità del nostro intelletto e della nostra conoscenza (ex parte nostra); dall’altro – trasferendo la questione su un piano di speculazione trascendente4 – quello della disponibilità di Dio a farsi conoscere in quanto soggetto della teologia (ex parte obiecti, ex parte Dei). Le questioni metateologiche negli autori del xiv secolo, infatti – e in particolare in Pietro Aureolo, come vedremo – , sembrano portare in sé la traccia di una circolarità tra l’indagine circa la [End Page 278] capacità umana di conoscere e la natura del conoscibile divino, vera condizione di possibilità della conoscenza teologica. La prova più evidente di ciò che non esiteremmo a definire un cambio di paradigma, può essere ben sintetizzata dalla questione sulla ‘disponibilità’ della natura divina all’indagine scientifica: «utrum natura divina compatiatur in se et ex sui ratione scientificam perscrutationem», formulata in questi termini dal maestro francescano5. È in questo cambio di paradigma che si innesterà, verso la metà del secolo circa, l’iniziativa decisiva del francescano Giovanni da Ripa di ampliare, con il suo monumentale Prologo alla Lectura super primum Sententiarum, l’orizzonte della ricerca metateologica6: non è sufficiente per lui partire dalla conoscenza di Dio che il viator può avere, ma perché questa sia adeguatamente fondata e le condizioni di conoscibilità di Dio adeguatamente comprese, egli riconosce la necessità di avventurarsi in un’indagine, in certo modo trascendentale, sull’essenza divina quale conoscenza teologica formale e beatifica per un intelletto creato7.

L’esito a cui il presente studio intende condurre, di là dalla verifica della suggestione iniziale, è il rilievo evidente di un’effettiva ristrutturazione in chiave gnoseologica delle questioni metateologiche, a partire dal confronto con la novità rappresentata da Duns Scoto e della sua – diremmo [End Page 279] con Vignaux e Gilson – «théologie de la connaissance»8, o «théorie de la connaissance qui se fonde sur une révélation»9.

Se il Commento alle Sentenze è il luogo ove si dispiega l’esercizio della teologia di un maestro, il suo Prologo è quello in cui se ne teorizza la figura10. Così, dopo aver preso in esame la prima questione prologale della Reportatio11 (par. 2.) come avvio della nostra ricerca, ricostruiremo [End Page 280] il pensiero di Aureolo seguendone le argomentazioni attraverso l’analisi delle prime due questioni dello Scriptum, verificandone la convergenza con i testi paralleli della Reportatio (par. 3.1 e 3.2.).

2. La «suscettibilità» scientifica della «materia» teologica

1. L’Aureolo rileva anzitutto che le indagini sulla scientificità della teologia, sulla sua necessità, sul carattere speculativo o pratico, sulla sua unità, sul suo soggetto, sarebbero cosa vana, se...

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