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STORIE DEL VENTRE IL CANNIBALE ATAVOLA __________PIERPAOLO ANTONELLO___________ Cambridge University - Saint John's College Non è cosa né cibo che più sia conforme al nutrimento dell'uomo quanto è la carne umana, se non fusse la abbominazione che la natura ha a quella. Hieronimo de' Manfredi, Libro intitulato IIperché Voi mangiate animali di una classe molto inferiore, mentre noi mangiamo l'uomo che è superiore a tutte le bestie. Voi siete a mal partito, non noi. Indígeno Bangwa 1. Antropofagie italiche Parlare di cannibalismo nel contesto cultúrale italiano contemporáneo non suscita né sorpresa, né imbarazzo, anzi risulta come il richiamo di una costellazione di sollecitazioni che si muovono in direzioni differenti, dalla letteratura al cinema, dal fumetto alia storia cultúrale in senso lato. Un esempio recente in ámbito cinematográfico è la rassegna 1996 di "Rimini Cinema" che ha riproposto il percorso storico della cinematografía "antropof ágica" in Italia e nel mondo. Nel catalogo della mostra il curatore Alberto Farassino, elencando gli esempi più celebri della cinematografía italiana — da Pierpaolo Pasolini a Marco Ferreri — annota come nel cinema d'autore il cannibalismo sia soprattutto "concettuale e non necessariamente 'visto.'" (60) Anche il genere horror, continua Farassino, non ha mai messo in scena il cannibalismo o meglio lo ha parafrasato e metaforizzato in esseri non propriamente umani: il vampiro, il licantropo, lo zombi, il mostró. Solo la sua pornografizzazione, lo splatter degli anni '80, ha portato sullo schermo la carne sanguinolenta anche come pasto umano. (62) Quello che per Farassino puó considerarsi il più valido contributo italiano "a un'avanguardia che si dichiara antropófaga" (61) non viene tanto dal cinema quanto da un'arte cosiddetta "minore" come i fumetti. Lesposizione di una violenza estrema e splatter aveva infatti fatto capolino nell'immaginario underground italiano alia fine degli anni '70 con la rivista di fumetti Cannibale , animata dalle tavole di disegnatori ormai entrati in una sorta di áurea leggendaria come Andrea Pazienza, Filippo Scózzari, Stefano Tamburini e Tanino Liberatore. E certamente più di Pasolini o Ferreri sonó proprio le tavole dei "coatti" Zanardi e Ranxerox, uniti al fulgore violento di una certa©1999 NUEVO TEXTO CRITICO Vol. XII No. 23/24, Enero a Diciembre 1999 298_______________________________________________PIERPAOLO ANTONELLO cinematografía alla Quentin Tarantino, che possono considerarse i ríferimenti culturali generazionali di un gruppo di giovani scrittori italiani che sono stati recentemente riuniti, a vario titolo, sotto la sigla di "Pulp" e di "Cannibali " per lo smodato uso della violenza e per una espressivitá lingüistica che attinge a tutti i codici e ai riferimenti culturalmente più vari: dalla televisione , al fumetto, alla pubblicita, alie sottoculture e alla gergalité popolari e giovanili. In questa costellazione sonó stati raggruppati autori come Niccoló Ammaniti, Eraldo Baldini, Aldo Nove, Giampiero Rigorosi, Matteo Galiazzo . La definizione nasce nel 1996 all'uscita di una antología intitolata Giovent íi Cannibale e pubblicata da Einaudi. Al di lá del valore letterario dei singoli, un lettore anche distratto delle pagine culturali dei quotidiani o dei settimanali italiani non avré difficulté a confinare, per ora, il fenómeno a un dibattito essenzialmente giornalistico-editoriale dove manca ancora una capacit é di lettura precisa e univoca. Sicuramente le etichette hanno avuto un indubbio effetto di traino editoriale, sposandosi con le nuove politiche delle case editrici italiane alie prese con un pubblico sempre più distratto e sempre alia ricerca di semplificazioni e di "fenomeni". Un lettore attento come Remo Ceserani, sottolineando Pastuzia dell'operazione di mercato, critica la comice critica data dal curatore dell'antologia stessa, Daniele Brolli, e spiega che "la costruzione di piccole linee di tendenza, di piccoli canoni di gruppo , nasconde una incapacité di cogliere i mutamenti profundi che hanno percorso la nostra société, le sue capacité di percezione e conoscenza, le sue forme di invenzione e trasmissione dell'immaginario." Più importante per Ceserani è capire come sia "cambiato l'immaginario collettivo della violenza ," e quale rapporto ci sia "tra quell'immaginario e le nuove forme di costruzione della soggettivité e quanto la letteratura (...) sia riuscita a farsi rappresentazione di quella mutazione." In questo senso, interrogare la metáfora cannibalistica, e il risorgere del topos antropofágico in cosi variegate manifestazioni artistiche, puó essere un modo per...

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