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230 HISTORY OF PHILOSOPHY The Political Thought of William o/Ockham: Personal and Institutional Principles. By Arthur Stephen McGrade. (Cambridge: Cambridge University Press, 1974. Pp. xiv + 270. $18.50) Questro libro di Stephen McGrade ~ un contributo originale e stimolante all'intelligenza storica delle dottrine politiche occamiste, oggetto, cosl spesso di giudizl assai parziali e di rigide definizioni ideologiche. Costruita con un'architettura sistematica e ben fondata sulla lettura esaustiva dei testi, la sua ricerca non si esaurisce neUa discussione di alcuni nodi cruciali gi~ individuati da tempo, bensi analizza pazientemente un intricato tessuto teorico per individuare la profonda coerenza di una riflessione solo in apparenza disorganica ed oecasionale. I1 McGrade ha infatti il senso sicuro dell'intima connessione tra i vari temi affrontati in opere non sistematiche e spesso polemiche; sa bene individuare la problematica aperta dai grandi contlitti istituzionali del tempo; e coglie chiaramente il significato essenziale di certe posizioni teoriche e pratiche assai controverse e complesse. Ma ci6 che pi6 conta, egli intende discutere le teorie politiche occamiste dal punto di vista storico del loro autore, al di fuori di sviluppi e conseguenze non riconducibili, almeno in parte, ai propositi del maestro oxoniense; e non disposto ad accettare l'immagine corrente di Guglielmo d'Ockham, filosofo "negatore" e "scettico" che avrebbe voluto distruggere l'unit~t spirituale del mondo medioevale e sconvolgere il suo ordine millenario. Proprio per questo, e per chiarire i suoi propositi, il McGrade discute, con rispettoso, ma franco dissenso, certe interpretazioni ormai "classiche" che, cog le loro profonde divergenze, testimoniano la diffieolt~ dei problemi che lo storico delle idee occamiste deve affrontare. Riconosce la brillante penetrazione di taluni giudiz~ del de Lagarde, ma non crede che l'Ocldaam sia stato dawero l'"anticipatore" del "laicismo" della Riforma e un teorico contradittorio a causa del "cattivi" fondamenti della sua fflosofia. Nelle riduzione delle idee politiche ai princip$ della teologia occamista (e in particolare al tema della divina onnipotenza), tipica dello Scbolz, egli scorge piuttosto una tesi precostituita cbe il risultato persuasivo di una ricerca sistematica. E se apprezza gli studi del Boehner, che ha illustrato le "radici" tradizionali e l'ortodossia dei concetti capitali deU'Ockham "politico", non mi sembra molto convinto della sua valutazione conclusiva di un pensiero "che egli giudica assai pifa nuovo ed originale. Del resto, anche l'interpretazione "costituzionalistica " dello Jacob (pure ritenuta utile per intendere certi aspetti essenziali) non lo soddisfa come schema generale ed unico di comprensione. Nb direi che condivida le conclusioni del Bayley, autore di cui apprezza la cautela nei confronti delle presentazioni "rivoluzionarie" ed "eversive", ma che non lo convince per l'eceessive insistenza sul carattere non sistematico, occasionale e "discontinuo" del pensiero politico occamista. Comunque la linea storiografica scelta dal McGrade 6 precisa ed originale, proprio perch~ intende sottoporre nuovamente i testi ad una lettura di tipo diverso che, muovendo dall'"occasione storica" della presenza dell'Ockham nei conflitti ecelesiastico-politici del suo tempo, risale metodicamente, ai problemi centrali e ne illumina le soluzioni coerenti e profonde. Egli ~ infatti convinto che non si possa affatto comprendere questa dottrina se la si astrae dai grandi dibattiti contemporanei, da quell'arco di proposte che va dal "laicismo" radicale di Marsilio alle tesi estreme dei teorici ierocratici e dall'esaltazione "spirituale" della Chiesa deUo Spirito ai tentativi di ipotizzare l'armoniosa coesistenza dei due massimi poteri. Ma ritiene altrettanto necessaria una netta distinzione tra l'atteggiamento pratico del francescano ribelle ad un "papa eretico" e la sua idea del potere papale che riconosce il primato e la suprema autorit~ spirituale del Vescovo romano, anche se riconosce che un tale potere deve essere il meno possibile autoritario e legalistico, secondo l'esempio del Cristo, degli Apostolie di Francesco e teorizza il rispetto delle coscienze individuali e del loro diritto ad essere moralmente persuase. Sono queste, per il McGrade, le ragioni di rondo che inducono rOcldaam ad accentu- BOOK REVIEWS 231 are, in modo cosl netto, la dottrina della separazione tra il potere laico e quello spirituale ead insistere, piuttosto, sul carattere "apolitico" delia virt~ cristiana che pure impone a chi la pratica anche l'esercizio delle virt~ naturali e sociali. Ma sono anche, a guardar bene, le motivadel suo...

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