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Reviewed by:
  • War Variations
  • Nicoleta Ghisas
Amelia Rosselli, War Variations. Translated from the Italian by Lucia Re and Paul Vangelisi. Los Angeles: Green Integer. 2005. pp. 382.

Con la pubblicazione bilingue di War Variations di Amelia Rosselli (tradotto dall'italiano da Lucia Re e Paul Vangelisti), Lucia Re ripropone la lettura di un'opera che, all'interno della tradizione della poesia novecentesca, è stata catalogata come marginale rispetto alla cultura egemone. Nonostante l'apparizione, spesso antologica, della Rosselli nei diversi libri di letteratura italiana, la critica non ha ancora fornito un'analisi esauriente dell'opera rosselliana, ignorandone così il suo vero valore. Questo trattamento marginale si spiega, come aveva notato Susan Rubin Suleiman in Subversive Intent. Gender, Politics, and the Avant-Garde, in vista del doppio set di aspettative a cui le opere delle scrittrici avanguardiste vengono sottoposte per la loro doppia intolleranza (del discorso femminile da una parte e, dall'altra, dei movimenti avanguardisti) rispetto al centro della produzione letteraria, ma anche alla luce di un atteggiamento comune nei confronti di certi scrittori che sfuggono ad ogni facile etichetta o 'ismo' del secolo. Senza dubbio non è possibile racchiudere ed inquadrare l'opera e l'esperienza letteraria di Amelia Rosselli in un filone ben preciso anche se la critica ha voluto sottolineare certe origini irrazionali della sua poesia oppure ne ha identificato un'affiliazione alla produzione della neoavanguardia, data la partecipazione dell'autrice ai primi incontri del Gruppo 63 e l'interesse da lei dimostrato per lo sperimentalismo linguistico.

L'opera di Amelia Rosselli, come ha osservato la critica, è strettamente legata alla questione della lingua e all'educazione plurilingue dell'autrice. L'accurata e utile introduzione che Lucia Re ci presenta in venti pagine, offre in questo senso minuziose ricognizioni e importanti informazioni per un'adeguata lettura di questo volume di poesia composto di trecentosettantasei pagine. Il volume contiene, oltre all'introduzione e alle note sul testo, l'intervento del primo critico dell'opera rosselliana, Pier Paolo Pasolini, apparso su Il Menabò 6 nel 1963. Nella prima parte dell'introduzione Lucia Re ricostruisce i dati biografici della scrittrice cosmopolita e della sua famiglia. Nata nel 1930 a Parigi e cresciuta in Francia e poi in Inghilterra e gli Stati Uniti, la Rosselli ha un'infanzia del tutto particolare: rimane orfana del padre, Carlo Rosselli, all'età di solo sette anni per essere poi allevata dalla madre, Marion Cave, di origine inglese. [End Page 240] Dopo un breve soggiorno a Londra, dove Amelia studia in una scuola privata e comincia la sua educazione musicale, la scrittrice si trasferisce a Firenze nel 1948 ad abitare con la nonna paterna. Dopo la morte della madre e della nonna, Amelia continua i suoi studi musicali lavorando anche come traduttrice per guadagnarsi la vita. Il suo trilinguismo—Amelia parlava il francese, l'italiano e l'inglese—premette alla scrittrice di indagare nella sua vocazione linguistica e, prima di approdare definitivamente all'italiano come lingua di piena maturità poetica, la Rosselli sperimenta con il francese e l'inglese. Questa ricerca incerta e indeterminata nei tre registri linguistici induce un senso di non appartenenza e di straniamento in Rosselli che non si sente mai "a casa" in nessuna delle tre lingue (6). La ricerca della propria lingua e il suo nomadismo si cristalizzano in un poema autobiografico che Lucia Re cita nella sua introduzione.

Ed è solo a partire dalle Variazioni belliche che l'opera poetica della Rosselli comincia a ricevere la sua ben meritata ricognizione quando alla raccomandazione di Elio Vittorini, Pasolini legge il manoscritto delle Variazioni e decide di pubblicare ventiquattro delle sue poesie nel giornale letterario Menabò aggiungendo anche una specie di introduzione, tradotta da Re in appendice al volume. Questo intervento di Pasolini, oltre ad essere la pietra miliare per il percorso critico intorno all'opera letteraria rosselliana, è rimasto ancor oggi un punto di riferimento illuminante dal quale partire ed estrapolare diverse altre interpretazioni sul linguaggio poetico di una delle più importanti rappresentanti della poesia contemporanea. Confinandosi alla sfera linguistica, Pasolini identifica il lapsus come uno degli aspetti fondamentali della poesia rosselliana. Dalle parole introduttive di Pasolini emerge con forza il fascino di questa lingua sperimentale, ma allo stesso tempo non esita a dichiararsi, come...

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